giovedì 17 gennaio 2008

Necessari chiarimenti sulla Commissione di Massimo Scoperto

Altrove ho accennato cosa sia la Commissione di Massimo Scoperto , e vale la pena di ricordarlo: mettevo l’accento sul fatto che la tanto discussa Commissione di Massimo Scoperto, è concepibile per il negozio del Fido, mentre nella Apertura di Credito in Conto Corrente non è assolutamente contemplabile per incompetenza negoziale.

Mentre infatti nel caso del FIDO la percentuale della COMMISSIONE non può considerarsi maggiorazione del tasso debitore perché rappresenta la remunerazione di un servizio, nell’Apertura di credito in Conto Corrente detta percentuale, comunque chiamata, va a sommarsi al tasso debitore anche se l’incidenza può risultare variabile o addirittura irrisoria, e quindi automaticamente rappresenta un aumento surrettizio non contrattualizzato e quindi abusivo del tasso debitore negoziato.

Diversa invece l’ipotesi di una penale a favore della Banca ed a carico del debitore che abbia utilizzato per intero la somma messagli a disposizione, ad evitare che il debitore superi il limite concordato e come penale aggiuntiva quella percentuale di maggiorazione per qualsiasi eccedenza non autorizzata.

Nonostante le sentenze della Cassazione , le Banche hanno sempre mostrato di non voler rinunciare all’illegittimo balzello che arriva ad appesantire il costo del Credito fino anche a 6 punti su base annua.

Sappiamo inoltre tutti come il decreto Bersani, che prometteva di annullare le clausole di Massimo Scoperto, sia stato vanificato dall’emendamento del relatore Andrea Lulli (DS) che permette in sostanza di mantenere sotto altra definizione detta Commissione, in modo tale che nessuno possa ipotizzare la maggiorazione surrettizia del tasso debitore.

Ma sembra che tutto ciò alle Banche non basti: già da tempo si vocifera della volontà di trasformare la Commissione di Massimo Scoperto in una semplice Commissione per l’accordato concesso.

A prescindere dal fatto che, come confermato ove ve ne fosse bisogno, da allegati provenienti dalla Banca Intesa, è ormai facilmente dimostrabile che già il Settore usa detta Commissione in modo surrettizio per aumentare il tasso debitore, non curante delle sentenze e della dottrina per le quali commissione rappresenta solo il campanello d’allarme per il debitore che si ad utilizzare l’accordato ottenuto (si rinvia al Goisis sull’argomento); oggi si pretenderebbe di andare oltre e di rovesciare il discorso vestendolo come pertinenza per l’accordato concesso.

Stanno già esponendo “in circuito” alcune teorie ad arte, con la sottesa ed evidente volontà da parte di professionisti del settore, di tastare il terreno a largo raggio, promuovendo due soluzioni alternative entrambe foriere di raggiri e truffe.

  • Soluzione n.1): applicare detta Commissione sempre in percentuale sul residuo accordato non utilizzato.
  • Soluzione n.2): applicare per ogni trimestre una aliquota prefissata costante sull’accordato concesso, prescindendo dall’utilizzo

Mentre nel primo caso la soluzione rappresenterebbe in realtà l’applicazione al contrario della medesima commissione, solo che come sempre, si avvantaggerebbero sensibilmente i grossi debitori penalizzando i piccoli, violando di conseguenza l’art. 3 della Costituzione, nel secondo caso, ci troveremmo di fronte ad una apertura di credito che , a suon di 1 punto percentuale trimestrale, che poi è pari al 4% annuo, in 20 anni o poco più insieme alle varie capitalizzazioni, porterebbe il cliente a pagare di soli oneri una cifra pari all’ammontare dello stesso accordato

Una domanda sorge spontanea al cospetto di tali manovre: ma il Settore del Credito avrebbe intenzione di operare analogamente, in ordine ai mutui e sul residuo debito in linea capitale ancora da pagare sui mutui stessi?

Il Senatore Guido Calvi del PD già sembra voler tentare di abrogare o comunque modificare la legge antiusura del 7.3.96 n. 108: può stare certo che si troverebbe di fronte ad una reazione ferma e decisa da parte di chi sa di agire a buon diritto, visto che la teoria del Senatore secondo il quale “solo in Italia esiste una siffatta legge”, non solo non risulta rispondere a verità, ma rischia di apparire come una voluta disinformazione perché sembra incredibile che il Senatore non sia al corrente del fatto che in Francia per esempio, detta legge esiste eccome, e che per di più in Francia, contrariamente che in Italia, si indica la soglia di usura nel TEGM maggiorato del 30%, mentre noi in Italia maggioriamo il TEGM nientepopodimeno che del 50%. In tutti gli altri paesi europei il TEGM non viene maggiorato affatto, ma rappresenta la soglia di usura.

Quindi è bene che il Senatore si renda finalmente conto che il Settore del Credito in Italia è il più usuraio, seguito da quello Francese che lo è un poco meno, mentre il malcostume sembra esser ben più raro negli altri Paesi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come chi scrive fa finta di ignorare come, a parte la Francia, nessun altro stato occidentale degno di una certa rilevanza adotti questo sistema. In Francia, inoltre, il sistma è fortemente criticato e si sono poste molte esenzioni